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“Alla base di ogni nostro processo creativo c’è un principio: ogni movimento contiene la ragione che lo determina.
La danza per noi è espressione di emozioni generate dagli interpreti per trasmettere i sentimenti che le compongono.
Dobbiamo il nostro successo alla capacità di comunicare tutto l’universo interiore attraverso il “passo a due” e quindi chiediamo ai nostri danzatori di immergersi nella musica, chiudere gli occhi e dare colore al buio… intepretare melodie come soffi di vento, come l’acqua di un fiume che scorre e d’un tratto dare senso al silenzio della solitudine… e poi, muoversi tra accordi che determinano il tempo, ritmi che misurano il battito del nostro sentire, magiche evocazioni per raccontare una storia diventata leggenda.
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L’intensità della danza Jazz mette in scena la libertà d’espressione del corpo in un linguaggio contemporaneo. La nostra danza jazz è una poderosa espressione folklorica, è quel tipo di danza che chiunque oggi potrebbe riconosce come propria.
Determinante è l’influenza della danza popolare in ogni sviluppo coreografico dell’insieme.
La coralità ambienta, il solista caratterizza, mentre la coppia racconta: infatti, Rosetta insegna a Rugantino a vivere, lasciandogli scoprire, nelle ancestrali disponibilità del corpo, la tenerezza dell’amore, così come nel dramma finale del brano “E’ l’omo mio” la coreografia si avvolge in elevate attitudini, come per guardare dentro la propria anima e con lei danzare.”
Maria Teresa Dal Medico e Renato Greco |